Pochi sanno che L’Italia è uno dei maggiori produttori europei di questo cereale.
Il riso ha origini antichissime, originario delle regioni asiatiche e introdotto in Europa dagli arabi nel medioevo. La sua coltivazione trova terreno fertile nelle risaie della Pianura Padana, Piemonte, Lombardia e in parte del Veneto in cui umidità e sbalzi di temperatura sono assicurati.
Il riso è un elemento molto importante nella nostra alimentazione, lo è da sempre e oggi più che mai in commercio ci sono molte tipologie.
Vediamone insieme alcune facendo una prima classificazione.
Innanzitutto va detto che il riso dal punto di vista commerciale si suddivide in:
- Comune/originario
- Semifino
- Fino
- Superfino
Uno dei prodotti principale che conosciamo, nonché il Re dei risotti è il riso Carnaroli, coltivato tra Pavia, Novara e Vercelli.
E’ il riso ideale per i risotti grazie ai suoi chicchi grandi, affusolati e lunghi che tengono divinamente la cottura. A fare una diretta concorrenza al Carnaroli c’è il riso Arborio, dai chicchi molto grandi che sono adatti per la mantecatura dei risotti. Questi sono però dei risi raffinati che hanno perso molte delle proprietà nutritive del riso.
Tra i tipi di riso integrale invece troviamo il riso Nero Venere.
La sua origine è cinese e si presta molto bene per la cottura di piatti esotici, è ideale per la preparazione di insalate di riso o contorno nei secondi piatti a base di pesce o carni delicate.
Sempre di origine asiatica e molto in voga ultimamente è il riso basmati. Ha un chicco lungo e sottile, dal sapore delicato e aromatico.
L’elenco non finisce qui, ma perché dovremmo introdurre più riso nella nostra alimentazione?
Il riso è un cereale altamente digeribile, saziante perché in cottura triplica il suo volume, privo di glutine e presenta scarsa allergenicità. Importante, oltre alla varietà, è la scelta di un riso poco lavorato quindi cercare di spostare l’ attenzione su prodotti integrali o semi-integrali. Questi prodotti infatti contengono più fibra, più vitamine, sali minerali, lipidi e proteine; tutti nutrienti che con il processo di brillatura vanno via nei chicchi raffinati. E’ un po’ quello che accade con le farine raffinate (come la 00) rispetto a quelle integrali.
Non spaventatevi sui tempi di cottura, perché un riso integrale non richiede un tempo maggiore rispetto ad un piatto di pasta o ad un riso più raffinato.
Il metodo per cucinarlo in 30 minuti è quello di farlo direttamente in padella e non bollito.
Un piccolo passo verso il cambiamento è quindi introdurre un buon risotto con riso integrale almeno un paio di volte a settimana, sostituendolo al classico piatto di pasta
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