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“Basta un poco di zucchero...” | Maria Teresa Nivuori - Biologa Nutrizionista

“Basta un poco di zucchero…”

Una nota canzone declamava lo zucchero come la miglior soluzione per sopportare l’assunzione di qualsiasi medicina, ma scopriamo se davvero questo alimento è un toccasana per il nostro corpo.

Lo zucchero bianco, spesso presente nei barattoli di casa, utilizzato per dolcificare le bevande o per preparare torte, produce effetti dannosi al nostro organismo, per due ragioni principali: alza l’insulina e favorisce il diabete.

Di per sé lo zucchero allo stato naturale sarebbe semplicemente un derivato dalla barbabietola o dalla canna da zucchero, costituito da glucosio e fruttosio. Sono tutti i processi successivi (depurazione con calce, carbonatazione, solfitazione e filtrazione) ad alterare negativamente il prodotto che troviamo in vendita alla portata di tutti.

Per questi motivi si consiglia la sostituzione dello zucchero bianco con altri dolcificanti naturali, dalle migliori qualità nutrizionali, quali lo zucchero grezzo di canna, il miele, la stevia, lo sciroppo d’acero, lo sciroppo di malto, lo sciroppo d’agave, il fruttosio e l’eritritolo.

Quest’ultimo, ancora poco conosciuto, è un dolcificante naturalmente presente nella frutta e nei cibi fermentati, con quasi zero calorie e con un indice glicemico anch’esso prossimo allo zero, nonché un indice insulinico (II) molto basso, pari a 2.

In Giappone e negli Stati Uniti è approvato e disponibile da più di un decennio.

Circa il 90% dell’eritritolo viene assorbito nell’intestino tenue e poi espulso inalterato tramite le urine. La restante minima parte (circa 10%) finisce nell’intestino crasso in cui viene metabolizzata. Con il consumo di eritritolo non vi è dunque alcun cambiamento nei livelli di glucosio nel sangue o di insulina. Non si ha neppure alcun effetto sul colesterolo, sui trigliceridi o su altri valori.

Per le persone in sovrappeso, con il diabete o con altri problemi legati alla sindrome metabolica, questo dolcificante rappresenta un’ottima alternativa.

Il suo sapore è quasi uguale a quello dello zucchero.

Inoltre, sembra avere un ruolo protettivo, analogo a quello dello xilitolo, contro la placca batterica. Difatti uno degli effetti collaterali più evidenti legati al consumo dello zucchero è la carie dentale. I batteri nocivi presenti nella bocca si nutrono dello zucchero per produrre energia. Quando questi batteri hanno molta energia crescono, si moltiplicano e secernono acidi che erodono lo smalto dei denti. Ma nel caso dell’eritritolo i batteri, presenti nel cavo orale, non sono in grado di digerirlo ed usarlo per ottenere energia, quindi il processo erosivo non avviene.

Dottoressa Maria Teresa Nivuori
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